Come avete già avuto modo di notare, gli anniversari mi piacciono molto. Adoro rievocare i momenti più belli della mia vita, come la pubblicazione del mio primo articolo sul Secolo XIX o qualche evento particolarmente importante. Oggi, 19 settembre 2023, ricorre il venticinquennale della prima presentazione del mio primo libro. Era infatti il 19 settembre 1998 quando, a Imperia, mi ritrovai insieme a Franco Carli, celebre attore imperiese e amico generoso, purtroppo mancato nel 2011, a parlare di Ombre. Una raccolta di racconti tenebrosi, che spaziava tra più generi, dalla fantascienza all’horror al noir, che ero riuscito a mettere insieme grazie al coraggio di un editore locale, Adriano Dominici, dopo essere stato finalista a un importante concorso letterario dell’epoca, il Premio Courmayeur.
Dominici in realtà era un cliente della pasticceria di mia madre, che si interessò ai miei lavori grazie a una sua segnalazione e anche a un bell’articolo uscito sul Secolo XIX – qualche anno prima che iniziassi a scrivere per la terza pagina. L’idea di essere il primo a pubblicarmi, immaginando che potessi avere un futuro come autore, lo convinse a dare alla stampe un libro davvero particolare per i suoi standard, legati a saggi di storia locale – ancora oggi ricercati.
Le mie brevi storie, ispirate a quelle degli scrittori che leggevo all’epoca come H. P. Lovecraft, P. K. Dick, Frederik Pohl, Jack Vance e anche Valerio Evangelisti e Nicolò Ammaniti, parlavano di manufatti alieni senzienti, treni interdimensionali, droghe dell’oltretomba, sale giochi maledette, astronave possedute, assolati buchi neri.
Franco Carli, un amico generoso e un appassionato di fantascienza
Dominici era convinto, che con il mio entusiasmo e la mia intraprendenza, qualche copia sarei riuscito a venderla. Qualcun’altra l’avrebbe venduta mia madre, in pasticceria – e così fu. Però, in una città culturalmente svogliata come Imperia (che io già all’epoca chiamavo “il grande buio”), perché il mio libro destasse l’interesse auspicato ci voleva un presentatore d’eccezione, che certificasse la qualità dell’opera.
Franco Carli era conosciuto da tutti come un uomo di grande cultura e talento per la sua straordinaria carriera di regista e attore teatrale. Io però non lo avevo mai incontrato né Dominici sapeva come avvicinarlo. C’era però un cliente della pasticceria che lo conosceva bene e che ci mise in contatto. Come già detto, Carli era un uomo generoso e… un appassionato di fantascienza, che accettò volentieri di leggere e presentare Ombre.
Il 19 settembre 1998 alle cinque del pomeriggio ci ritrovammo così nel ristorante della mia famiglia, il Piccardilly Circus, a fianco della pasticceria, a parlare di alieni, astronavi e tutto il resto davanti a un pubblico decisamente nutrito – soprattutto grazie a Franco – che dimostrò di apprezzare la presentazione comprando tutte le copie del libro.
Un’amicizia duratura
Franco Carli mi incoraggiò sempre moltissimo a continuare a scrivere. Mi diede anche tanti consigli. Quando diventai giornalista, ebbi poi modo di intervistarlo varie volte per scrivere degli eventi che organizzava. Anni dopo, diventai anche amico del figlio, Antonio Carli, apprezzato attore anche di fiction tv oltre che di teatro, che nel 2007 interpretò la memorabile parte del cattivo nel film La dolce Eleonora e l’amaro calice, che il regista Emilio Audissino trasse dal mio racconto.
Una cosa che mi fece molto piacere fu quando Franco mi disse che i miei racconti gli avevano ricordato le storie di Urania e Ai confini della realtà. Le mie principali fonti di ispirazioni. Le cinquecento copie che Dominici fece di Ombre andarono esaurite in pochi mesi. Alcuni dei racconti furono ripubblicati in antologie di altri editori o sul web. E comunque iniziò tutto da lì. Anche se già da prima scrivevo videogiochi testuali, fu quel libro a permettermi, col tempo, di diventare un professionista della scrittura.
Ombre fu infatti recensito da Fantascienza.com, Cosmo SF e poi anche da Dylan Dog. Personalità come Tecla Dozio, Ernesto Vegetti, Enrico Rulli, Raimondo Marullo ne scrissero in termini lusinghieri. Iniziai così a pubblicare anche per editori di rilevanza nazionale. E nel 2001 il mio primo incarico al Secolo XIX fu proprio di scrivere dei racconti come approfondimenti ai principali fatti di cronaca.
Venticinque anni dopo quella prima e bellissima presentazione che segnò il mio esordio di scrittore, penso spesso a un’altra raccolta di racconti. Il materiale non mancherebbe. Il presentatore, purtroppo, sì. Ma forse, da lassù, farebbe piacere anche a lui rivedere in libreria qualcuna delle mie inquietanti short story.