Danguard, il robot rivoluzionario di Leiji Matsumoto

Recensione del manga del maestro giapponese, noto anche per Capitan Harlock e Galaxy Express 999

Nel settembre del 2002 ebbi l’opportunità, tramite Davide Castellazzi, di leggere in anteprima l’edizione italiana di Danguard che Planet Manga stava per lanciare in edicola.

Leiji Matsumoto era uno dei miei mangaka preferiti, non solo per il celebre Capitan Harlock. Avevo da poco letto La corazzata Yamato, altro manga pubblicato in Italia da Panini, e lo avevo trovato eccellente. E poi c’era l’epopea ferroviaria di Galaxy Express 999, che avevo visto in cartone animato: un capolavoro!

Trovai anche Danguard formidabile. Purtroppo la recensione che scrissi per Il Secolo XIX non fu mai pubblicata. Ora però potete leggerla qua!

Danguard, un robot rivoluzionario

Per vent’anni abbiamo visto in televisione le serie animate tratte dalle sue opere più famose. Capitan HarlockGalaxy Express 999La Corazzata YamatoDanguard. Inimitabili affreschi fantascientifici che si propongono come controversi spunti di riflessione su ciò che l’uomo (bambino, adulto o vecchio che sia) debba fare dalla propria vita. Trasmessi varie volte un po’ da tutte le reti pubbliche, private e locali, pur essendo prevalentemente destinati a un pubblico di bambini e di adolescenti, non hanno mai perso il loro spessore di opere d’autore e una sempre più sorprendente (e preoccupante, forse) attualità.

Finalmente l’anno scorso la Panini di Modena, sotto l’etichetta Planet Manga, ha dato il via alla pubblicazione in Italia dei principali manga del maestro giapponese Leiji Matsumoto, autore con una spiccata predilezione per la space opera e la fantascienza romantica.

Il primo manga pubblicato nel 2001 è stato La Corazzata Yamato, un chiaro omaggio alla missione suicida dell’omonima corazzata nipponica, colpita e affondata dagli americani nell’aprile del 1945. Poi è toccato a Capitan Harlock, l’epopea di un pirata spaziale che insieme alla pittoresca ciurma della sua (astro)nave combatte da solo contro le terribili Mazoniane della regina Raflesia, per salvare la Terra da una spietata opera di invasione e conquista.

Quest’anno tocca a Danguard, opera che si inserisce nel filone dei cosiddetti robottoni, ma con diverse variazioni rispetto alle classiche storie del genere. In realtà Leiji Matsumoto non è mai stato un grande appassionato di robot e quando, nel 1977, la Toei gli commissionò una nuova serie robotica, decise di fare a modo suo.

Danguard stravolge i canoni del genere robotico

Il risultato è sorprendente, oggi come allora. Nelle cinquantasei puntate della serie e nei due volumi del manga, Matsumoto stravolge i canoni del genere. Il mangake punta più sull’aspetto intimistico dei rapporti tra i personaggi e dei loro stati d’animo che su quello spettacolare delle battaglie tra robot buoni e robot cattivi. E questo conferisce all’opera un realismo e una complessità notevoli.

Protagonista della storia è Takuma Ichimonji. Il giovane è il pilota del robot Danguard Ace, impegnato nella lotta contro il malvagio Führer Doppler. Lo scienziato è deciso a conquistare Prometeo, il decimo pianeta del sistema solare (una specie di paradiso terrestre), annientando gli esseri ritenuti inferiori per creare una nuova Élite di superuomini.

Qui c’è la prima grossa sorpresa. Per una volta i nemici sono uomini come noi anziché i soliti malvagi alieni giunti da altri mondi. La guerra “civile” in scala cosmica che ne deriva è affascinante. Inoltre, fino a un certo punto non si sa chi siano i buoni e chi i cattivi.

Danguard è il primo robot capace di trasformarsi

Un’altra novità, che diventerà uno stereotipo del genere, sta nella possibilità che Danguard ha di trasformarsi in un enorme caccia. Nel manga però, realizzato successivamente alla serie animata, l’autore non dà molto spazio all’azione del robot.

Da segnalare anche il duro addestramento a cui Takuma deve sottoporsi per diventare pilota del Danguard. Lo stesso capitano Dan, il misterioso istruttore mascherato di Takuma, riserverà ai lettori più di un colpo di scena.

I motivi per leggere Danguard sono molteplici. Da una parte ci sono i personaggi, molto ben caratterizzati. Dall’altra la storia, avvincente, suggestiva, ricca delle atmosfere romantiche e melanconiche tipiche dell’autore. Pensieri, parole e accadimenti innescheranno varie riflessioni.

Del resto, l’intera opera di Leiji Matsumoto è un portentoso invito a lottare, a credere in se stessi, nelle proprie idee e azioni. Un invito a percorrere la strada fino in fondo, qualunque sia il mezzo a disposizione e senza fermarsi troppo durante il viaggio.

Marco Vallarino