Intervista a Stefano Piani sull’albo scritto insieme al maestro del brivido
Dylan Dog e Dario Argento: le due icone dell’horror italiano si incontrano in edicola nel numero 383 della celebre serie a fumetti. L’albo intitolato Profondo nero è stato scritto dal regista romano insieme allo sceneggiatore Stefano Piani. Il maestro del brivido, noto per Profondo Rosso, Suspiria e altri film terrificanti, ha firmato una storia torbida, scioccante. L’indagatore dell’incubo è alle prese con le trasgressioni del sadomasochismo, un ambiente in cui niente è come appare e la ricerca dei limiti estremi di piacere e dolore può avere conseguenze imprevedibili.
Capitato per caso a una mostra a tema, Dylan Dog scorge una ragazza che scoprirà essere il fantasma di una modella scomparsa e poi ritrovata uccisa. La donna cerca di metterlo sulla strada del suo assassino, prima che faccia altre vittime.
“L’idea di chiedere a Dario Argento di scrivere una storia di Dylan Dog è stata mia” racconta Piani. “Lo conoscevo da anni per aver lavorato con lui a Dracula 3D e altri progetti. Sapevo della sua passione per il fumetto di casa Bonelli. Lui ha accettato con piacere. Credo si sia divertito a scrivere il soggetto, dal quale abbiamo tratto insieme la sceneggiatura dell’albo. Per i disegni è stato scelto Corrado Roi, illustratore storico della serie. I lettori amano il suo tratto inconfondibile, denso e ricco di spugnature di china, che gli è valso il soprannome di maestro delle ombre.”
Doppio finale a sorpresa
La storia incuriosisce già dalle prime pagine. Il ritmo sincopato delle scene d’azione si alterna a dialoghi e parti introspettive ricche di spunti di riflessione sociale. La mano di Argento, o almeno dell’Argento dei primi gialli degli anni 70, si ritrova nel “particolare che non quadra”. Una sensazione che accompagnerà Dylan Dog fin quasi alle ultime pagine, con un doppio finale a sorpresa. I giochi di potere e gli eccessi (quasi sempre) misurati del sadomasochismo sono affrontati in punta di penna. Funzionali alla trama, non sconfinano nel morboso.
“L’idea di partenza di Dario Argento è stata è il riconoscimento da parte di Dylan Dog di una donna per le cicatrici che ha sulla schiena” spiega Stefano Piani. “Dall’incontro con Beatrix alla mostra, nascerà una indagine che lo porterà a scoprire l’esistenza di inquietanti pratiche educative in certe famiglie della nobiltà inglese. Questa prima esperienza nel mondo del fumetto, alla quale speriamo possano seguirne altre, ha permesso ad Argento di prendersi una vacanza dal set cinematografico, un ambiente faticoso e stressante, per dare vita a una storia di mistero e di paura senza bisogno di telecamere e attori.”
L’albo, che a novembre uscirà anche in libreria, reca una copertina di Gigi Cavenago caratterizzata da un insolito effetto argentato. Un omaggio all’autore della storia. L’editore crede molto nel successo dell’iniziativa. Per l’occasione è stata aumentata la tiratura della serie e il mese di uscita è stato scelto perché agosto è il periodo in cui i fumetti vendono di più in edicola, per il fatto che in vacanza si legge di più.
Sceneggiatori illustri per Dylan Dog
Dario Argento non è tuttavia il primo ospite illustre della serie di Tiziano Sclavi. Già nel 1999 il principe del noir Carlo Lucarelli aveva firmato La strada verso il nulla. La strana storia vedeva l’indagatore dell’incubo in viaggio su una autostrada bizzarra e pericolosa. Nel 2012 è diventata sceneggiatrice di Dylan Dog la scrittrice Barbara Baraldi, autrice di romanzi noir e urban fantasy per Mondadori, Einaudi, Giunti e vincitrice di premi letterari.
Intanto, Dylan Dog si avvia a grandi passi verso il traguardo del numero 400, che dovrebbe tagliare all’inizio del 2020. L’ennesima testimonianza del successo di un fumetto d’autore degli anni 80, diventato nei 90 fenomeno di costume e ancora oggi considerato un punto di riferimento della cultura tricolore, non solo a fumetti.
Marco Vallarino