Intervista su Stephen King, l’uomo vestito di incubi
Luca Crovi è uno dei tanti personaggi che ho conosciuto alla libreria del Giallo di Milano. La Sherlockiana della cara Tecla Dozio, che ci ha prematuramente lasciato nel febbraio del 2016. Era l’ottobre del 2000 e Luca presentava Delitti di carta nostra, il saggio sul giallo italiano scritto per l’editore Puntozero. Parlando con lui dopo l’incontro scoprii di trovarmi di fronte all’autore della recensione del mio libro di racconti Ombre uscita pochi mesi prima sull’Almanacco della Paura di Dylan Dog. Un evento che ancora oggi ricordo con grande emozione.
Simpatizzammo subito per la comune passione per l’horror e il noir. Quando scoprii che aveva una casa delle vacanze a Diano Marina, dalle mie parti, lo invitai a una delle serate in giallo che organizzavo allora a Imperia. Nel corso degli anni organizzammo insieme vari eventi, a Imperia, a Milano e altrove. Intervenni varie volte come ospite alla sua trasmissione radiofonica Tutti i colori del giallo per parlare del giallo ligure. E un paio di volte fui io a intervistare lui per Il Secolo XIX sui temi dei suoi libri.
In particolare, nel 2004, Luca Crovi pubblicò per Aliberti un bel saggio dedicato a Stephen King, scritto insieme a Stefano Priarone intitolava L’uomo vestito di incubi e raccontava di come l’autore di Bangor fosse diventato il re dell’horror, americano e mondiale.
I romanzi Tuttifrutti, scritto insieme a Seba Pezzani, e L’ombra del campione, pubblicato da Rizzoli, sono altri libri di Luca Crovi che vi consiglio di leggere. Intanto eccovi l’intervista sull’uomo vestito di incubi: il re dell’horror Stephen King!
Stephen King, l’uomo vestito di incubi
A trent’anni dall’uscita del suo primo romanzo, Carrie, Luca Crovi e Stefano Priarone ripercorrono la vita e la carriera di Stephen King nel saggio L’uomo vestito di incubi. Edito da Aliberti, il volume analizza in profondità la vita e l’opera di uno degli autori più prolifici e poliedrici della nostra epoca. Famoso soprattutto per l’horror, Stephen King ha scritto anche vari romanzi fantasy, western, di fantascienza e mainstream ottenendo sempre il favore del pubblico.
Quali sono le cause del grande successo di Stephen King? “King ha saputo raccontare eventi straordinari in contesti di vita ordinaria. Storie terribili che accadono nel tuo quartiere. Il tuo vicino potrebbe essere un alieno, un serial killer o un vampiro. Spostando l’horror nella quotidianità, ha saputo rinnovarlo e trascenderlo. Inoltre ha avuto la fortuna di iniziare a pubblicare nel momento giusto, dopo il successo di un film come L’esorcista, quando c’era una forte richiesta di storie credibili ad alto tasso di adrenalina.”
I consigli di lettura di Luca Crovi
Da dove si può cominciare a leggere King? “Da L’ombra dello scorpione, al quale però vanno affiancati la raccolta di racconti A volte ritornano, i quattro romanzi brevi di Stagioni Diverse, Il miglio verde, La zona morta, Misery e i saggi Danse Macabre e On writing. Un libro solo non basta per scoprire i molteplici talenti narrativi di Stephen King.”
In Italia ci sono autori vicini a Stephen King per stile e tematiche? “Imitare King è difficile. Il suo successo ha rilanciato l’horror in tutto il mondo, ma non esistono degli emuli. In Italia il gotico ha radici profonde con l’Inferno di Dante e i suoi terribili castighi. Poi ci sono gli Scapigliati, che hanno raccontato il lato oscuro del nostro paese. Luigi Capuana ne ha narrato i fantasmi, Dino Buzzati gli incubi, Tiziano Sclavi ne ha esorcizzato i mostri nei suoi romanzi e nelle storie di Dylan Dog. Eraldo Baldini ha esplorato le tradizioni contadine dando vita a un genere inedito, il gotico rurale.”
C’è la possibilità che un giorno Stephen King venga in Italia? “Purtroppo dopo l’incidente del 1999, in cui venne investito da un furgoncino, le apparizioni pubbliche si sono ridotte. L’anno scorso, dopo aver ritirato il prestigioso National Award alla carriera, è stato ricoverato per un po’ in ospedale a causa di una polmonite, ma adesso si è rimesso e credo che Sperling & Kupfer si stia muovendo per riuscire a portarlo in Italia.”
Marco Vallarino