Le celebrazioni per il cinquantennale della rivoluzione cubana hanno portato sull’isola caraibica anche un nuovo impegno a diffondere il Software Libero. Dopo aver dato il via libera, lo scorso anno, alla vendita dei personal computer, il governo di Raul Castro ha deciso di realizzare un proprio sistema operativo. Per farlo è ricorso alle risorse della famiglia GNU/Linux.
Sviluppata già a partire dal 2007 e battezzata Nova Baire in omaggio alla battaglia che nel 1895 permise a Cuba di conquistare l’indipendenza dalla Spagna, la distribuzione approntata dagli specialisti informatici dell’isola si basa principalmente su Gentoo e utilizza come desktop Gnome.
Qualcuno ha già ironizzato sulle sue potenzialità sostenendo che in spagnolo “Nova” può anche essere letto come “No va”, che significa: non funziona. Il governo però punta molto sulla sua distro per garantirsi l’autonomia e l’indipendenza da sempre reclamate nei programmi politici e ideologici.
Un modo per aggirare l’embargo su Windows
Hector Rodriguez è il preside della Scuola del Software Libero all’Università delle Scienze dell’Informazione di Cuba. Secondo il suo parere, la diffusione di Nova Baire permetterà agli isolani di aggirare l’embargo su Windows e gli altri prodotti americani, che spesso impedisce di scaricare e installare le versioni più aggiornate e sicure delle varie applicazioni.
“Nova Baire è già utilizzato dai computer dei ministeri e di molte università” assicura Rodriguez. “Secondo le nostre previsioni nei prossimi cinque anni almeno il 50% degli apparecchi dell’isola migrerà a Linux. I dettami del Software Libero sono quelli che più rispecchiano la filosofia di vita del popolo cubano. Le applicazioni GNU/Linux sono il modo migliore per mettersi al riparo dalle insidie e dalle trappole che spesso si celano nei codici dei programmi proprietari o comunque non liberi.”
Un rimedio contro l’obsolescenza dei vecchi pc
Una ulteriore spinta alla adozione del Software Libero è arrivata dalla necessità di trovare applicazioni che possano integrarsi al meglio con i computer tutt’altro che nuovi dell’isola. Molti cubani poi sono convinti che i software a stelle a strisce permettano agli americani di monitorare le loro attività informatiche.
A offrire un inquietante rovescio della medaglia è però arrivato il ministro delle Comunicazioni. Ramiro Valdes ha sottolineato come per il governo sia di primaria importanza ottenere un controllo maggiore sul processo informatico. Dichiarazione che ha suscitato varie polemiche tra i sostenitori della causa del Software Libero.
Marco Vallarino