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Gli zombi di Zigamus infestano la notte dei musei di Roma

Gli zombi di Zigamus su Repubblica TV

Era il settembre del 2015 quando il direttore del Vigamus di Roma, dopo aver letto un certo articolo su Repubblica, mi chiamò per propormi di realizzare quello che sarebbe diventato uno dei progetti più importanti della storia videoludica italiana. L’articolo parlava di Visita al Marconi, il videogioco che avevo scritto e programmato insieme agli studenti della scuola imperiese come biglietto da visita dell’istituto. Il Marconi quell’anno inaugurava un nuovo percorso formativo orientato alla meccatronica e desiderava farsi pubblicità con un medium molto vicino ai gusti di chi, finita la terza media, doveva decidere a quale scuola superiore iscriversi. Un videogioco appunto.

Visita al Marconi ebbe subito un bel successo di critica e pubblico, tanto da finire anche in televisione al TGR di Rai 3. Così nacque l’idea di ripetere l’exploit al Vigamus. Stavolta però, come raccontato a Repubblica TV in un’altra occasione, anziché limitarmi a un biglietto da visita interattivo, decisi di movimentare un po’ la situazione. Siccome sia Marco Accordi Rickards, il direttore del Vigamus, che io eravamo fan di film e serie tv di zombi, trasformai il gioco in una commedia horror, nella quale il giocatore doveva salvare il museo da un’invasione di morti viventi.

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Una targa per Adriano Dominici, il mio primo editore

La targa viaria dedicata a Adriano Dominici alla rotonda di viale Europa

Adriano Dominici è stato l’editore che, nel 1998, ha pubblicato il mio primo libro. La raccolta di racconti fantanoir Ombre, poi recensita da vari siti e periodici, tra cui l’Almanacco della Paura di Dylan Dog. Una pubblicazione felice per entrambi, ma anche coraggiosa, come ho raccontato nell’articolo scritto per il venticinquennale della prima presentazione. Per un editore locale, conosciuto e rinomato per i saggi di cultura ligure, si trattava di un libro insolito, che proponeva storie perlopiù di fantascienza e horror. Generi considerati di nicchia, difficili da vendere, ieri come oggi.

Per questo sono sempre stato grato a Adriano Dominici per aver accettato di fare quella scommessa, senza la certezza di vincerla. Oggi mi fa particolarmente piacere segnalare l’iniziativa che la nostra città gli ha dedicato, a vent’anni dalla sua scomparsa. A Dominici, morto nel 2004 a soli sessant’anni, è stata infatti intitolata una targa viaria nella rotonda in fondo a viale Europa. Uno spazio verde nel quartiere di Castelvecchio, poco lontano dalla storica sede della sua casa editrice, dove le piccole storie imperiesi diventavano grandi libri.

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La storia delle avventure testuali in edicola su Retro Computer

Retro Computer è la nuova rivista dedicata ai computer e videogiochi d’epoca. Curata da Fabrizio Ponciroli e Luciano Costarelli, esce in edicola per Sprea, l’editore milanese che pubblica anche Linux Pro, Hacker Journal e Computer Idea. Apprezzati periodici dell’ambito informatico per cui ho scritto vari articoli negli anni.

Di solito ero io a proporre al responsabile Massimiliano Zagaglia guide per particolari sistemi di sviluppo o linguaggi, oppure interviste a personalità del settore. Stavolta, è stato Costarelli a contattarmi per chiedermi di preparare un servizio su un certo argomento, del quale avrei potuto scrivere dando libero sfogo alla mia passione, oltre che alla mia conoscenza.

Voglia di Adventure su Retro Computer

Come avrete già capito dal titolo di questo articolo, si tratta della storia delle avventure testuali. Un tema che affonda le radici negli albori dell’industria videoludica e anche informatica. I capostipiti del genere, Adventure e Zork, risalgono infatti alla metà degli anni 70. Quando i personal e home computer erano di là da venire e si lavorava perlopiù sui terminali dei mainframe delle università e degli uffici. Giochi nati per caso, o come sfida a distanza tra programmatori, senza particolari ambizioni, ottennero in breve tempo un successo clamoroso, che diede vita a un genere ancora oggi apprezzato.

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Gli zombi di Zigamus parlano francese

Concours de Fiction Interactive Francophone 2024

Bonjour! È iniziata oggi a mezzogiorno una nuova avventura. Quella del Concours de Fiction Interactive Francophone 2024. Una Interactive Fiction Competition dedicata ai videogiochi testuali scritti in lingua francese. Tra i ventuno in gara quest’anno c’è anche il mio Zigamus. Immagino ricorderete l’avventura che ho scritto nel 2016 per gli amici del Vigamus, il museo del videogioco di Roma. Una paradossale storia tra commedia e horror, nella quale il museo viene invaso dagli zombi. Per sopravvivere all’attacco dei mostri mangiacervelli, il giocatore dovrà trasformare in armi i cimeli videoludici esposti in giro, tra cui il martello di Super Mario e la dentiera di Darkiss!

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La mia settimana da invi(t)ato speciale al Festival di Sanremo

Il mio pass per la sala stampa dell'Ariston

Il Festival di Sanremo è una manifestazione che non ho mai seguito con troppa attenzione. Né come giornalista, né come telespettatore. I miei cantanti italiani preferiti si sono visti di rado sul palco sull’Ariston e anche gli ospiti fuori gara, per i miei gusti, hanno spesso lasciato a desiderare. I giornali per cui scrivo, poi, non mi hanno quasi mai chiesto di occuparmi della kermesse. O almeno non me lo chiedevano da tantissimo tempo. Finché, alla fine di gennaio, non ho ricevuto dalla Rai un accredito a mia insaputa – come si dice – per la sala stampa dell’Ariston. Poco dopo ho scoperto che Il Secolo XIX mi aveva arruolato nella pattuglia di giornalisti che avrebbe dovuto non solo scrivere del Festival, ma anche seguire di persona giorno per giorno i vari eventi sanremesi legati alla rassegna.

Mi sono così ritrovato la mattina di lunedì 5 febbraio all’Ariston per ritirare il mio pass di invi(t)ato speciale. Ho poi raggiunta la vicina – anzi attigua – redazione del Secolo XIX e della Stampa di Sanremo – come sapete dal 2023 facciamo un giornale unico. In breve ho scoperto che anziché di cantanti e canzoni avrei dovuto occuparmi di tutt’altro. Il mio compito infatti sarebbe stato di scrivere quello che nessun altro, dei circa quattrocento giornalisti giunti da tutta Italia per seguire il Festival, avrebbe potuto scrivere. Il mio capo voleva, da una parte, che sfruttassi i miei tanti contatti nell’ambiente per arrivare prima degli altri alle notizie più interessanti e, dall’altra, che mi facessi venire qualche idea.

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Il bello delle avventure testuali diventa un gioco su Facebook

Chi dice che le avventure testuali sono belle da giocare ma non da vedere? Le opere di interactive fiction sono basate su un’interfaccia testuale, a linea di comando o anche punta e clicca, ma non è raro che offrano anche delle immagini di accompagnamento. Alcune, nel corso dei decenni, sono state illustrate da pittori famosi, come Hans Piu. Altre avevano comunque un comparto grafico notevolissimo, già nei primi anni ’80, quando nacque l’usanza di impreziosire, o almeno vivacizzare, i testi della storia interattiva con dei disegni.

Dopo il boom commerciale degli anni ’80, la produzione delle decadi successive legata perlopiù alla comunità di appassionati nata su Internet – su Usenet più precisamente – si è concentrata sulla qualità dei testi. Cura della scrittura, sviluppo della trama, studio dei puzzle furono giudicati più importanti, com’era logico che fosse. Inoltre il disegno richiede tutt’altre capacità rispetto allo storytelling e al design. Capacità che pochi scrittori di solito hanno o vogliono mettere in pratica quando scrivono.

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Imparare a programmare coi videogiochi

Ieri – sabato 28 ottobre – si è tenuto in tutta Italia il Linux Day, manifestazione dedicata all’informatica libera. L’edizione imperiese ha avuto luogo presso lo spazio ricreativo Puerto, dove si trova anche il Fablab cittadino. L’evento, organizzato dal gruppo Slimp di Telegram, ha ospitato nel pomeriggio un mio intervento sull’approccio ai linguaggi di programmazione tramite la scrittura di semplici videogiochi. Una presentazione dei cosiddetti fondamenti di informatica che ho ripreso da una videoconferenza tenuta l’anno scorso nell’ambito del progetto divulgativo AI Open Mind di cui vi ho parlato in passato.

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25 anni fa

Ombre, presentazione con Franco Carli

Come avete già avuto modo di notare, gli anniversari mi piacciono molto. Adoro rievocare i momenti più belli della mia vita, come la pubblicazione del mio primo articolo sul Secolo XIX o qualche evento particolarmente importante. Oggi, 19 settembre 2023, ricorre il venticinquennale della prima presentazione del mio primo libro. Era infatti il 19 settembre 1998 quando, a Imperia, mi ritrovai insieme a Franco Carli, celebre attore imperiese e amico generoso, purtroppo mancato nel 2011, a parlare di Ombre. Una raccolta di racconti tenebrosi, che spaziava tra più generi, dalla fantascienza all’horror al noir, che ero riuscito a mettere insieme grazie al coraggio di un editore locale, Adriano Dominici, dopo essere stato finalista a un importante concorso letterario dell’epoca, il Premio Courmayeur.

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50 candeline per Il cuore sul muro

Il cuore sul muro a Laigueglia

La biblioteca civica Agostino Pagliano di Laigueglia ha ospitato lo scorso venerdì 14 luglio la cinquantesima presentazione del mio romanzo Il cuore sul muro. Proprio così. Contando anche quelle fatte nel 2011 e 2012, ai tempi della prima edizione di Alacran, e gli incontri nelle scuole, la mia storia d’amore a tinte dark, ripubblicata nel 2018 da All Around, ha ben cinquanta candeline da spegnere sulla torta della sua (doppia) vita editoriale. Un traguardo lusinghiero in termini di longevità. Altri eventi sono già in programma per l’autunno a Sanremo, a Genova e nelle scuole superiori che hanno confermato Il cuore sul muro come lettura didattica per le classi del biennio.

Intanto venerdì scorso alla biblioteca di Laigueglia con l’amico Giacinto “Ino” Buscaglia, luminare della psichiatria in pensione che da tempo cura l’attività culturale della biblioteca, e a sua volta autore di saggi e racconti, ci siamo divertiti a spaziare, insieme al vivace pubblico della sua rassegna, tra i temi sociali e creativi proposti dal romanzo. Che tratta un argomento delicato come quello dei pericoli legati all’uso delle droghe sintetiche, ma dedica anche tante pagine al fenomeno del graffiti writing. Una realtà affascinante che seguo da sempre anche come giornalista.

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La stampa al museo fa battere forte Il cuore sul muro

La stampa al museo, Ventimiglia 2023

La stampa al museo è una rassegna letteraria che si tiene da vari anni al forte dell’Annunziata di Ventimiglia. Organizzata dall’Istituto di studi liguri tramite l’associazione Pro Cultura, è una manifestazione molto prestigiosa che analizza il rapporto, spesso simbiotico, tra giornalismo, saggistica e narrativa. Luca Ubaldeschi, Bruno Gambarotta, Donatella Alfonso, Daniela Rossi, Pierpaolo Cervone, Pietro Tarallo, Anna Parodi sono alcune delle personalità che hanno animato le edizioni passate della rassegna.

Quest’anno ho avuto io l’onore di inaugurare, sabato 18 marzo, il calendario della manifestazione con la presentazione del mio libro Il cuore sul muro – come segnalato da Riviera24. Un romanzo di fantasia nato da una inchiesta giornalistica condotta a Imperia per Il Secolo XIX circa vent’anni fa. I tempi della guerra dei graffiti, quando bande di writer scapestrati facevano a gara a chi, di notte, riusciva a scrivere e disegnare di più sui muri della città.

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