Claudio Coccoluto, la mia intervista

Un ricordo del top dj laziale, protagonista delle serate di tendenza nelle discoteche liguri

Claudio Coccoluto

Claudio Coccoluto è mancato la notte del 2 marzo 2021 a soli 59 anni, “dopo una lunga malattia”. Personalmente l’ho conosciuto negli anni 90 quando ha iniziato ad animare gli eventi di tendenza delle discoteche liguri. Il Moghi di Albenga, locale chiuso da anni, è il primo in cui lo abbia sentito suonare, da fan della musica elettronica qual ero (e sono). Poi l’ho ritrovato, varie volte, alla Capannina di Alassio, discoteca tra le più note del mondo per la programmazione dedicata alle sonorità house. La collaborazione tra il generoso Renzo Lattuada, proprietario della discoteca (mancato nel 2012), e il direttore artistico Gianluca Baldissera (alias Sunny People) ha permesso alla movida della Riviera delle Palme di incontrare e ascoltare alcuni dei migliori dj del mondo, tra cui Sua Maestà Francesco Farfa e appunto Coccoluto.

L’incontro alla Capannina di Alassio nel 2005

Coccoluto è anche uno dei primi dj che abbia intervistato quando ho iniziato a scrivere per Il Secolo XIX. Eravamo appunto alla Capannina, il 1 giugno 2005. Coccoluto come ogni anno era stato scelto per aprire la stagione dell’house, parallela a quella della dance, che invece puntava su sonorità più commerciali. Pur non avendomi mai visto, accettò volentieri di fare due chiacchiere con me, prima di salire in consolle. Mi disse cose molto interessanti sia sulla sua musica sia sul clubbing in generali. Addirittura mi ringraziò quando, pochi giorni dopo, gli mandai per email il pdf della pagina con l’articolo.

Da allora ci siamo rivisti molte altre volte, sia alla Capannina sia al Pop di Diano, al Bajda di Noli, al Tatanka di Arma di Taggia, al Kursaal di Bordighera. I suoi dj set sono sempre stati straordinari e, ovviamente, ballabilissimi. Era difficile lasciare il locale quando c’era lui in consolle.

Spero che leggere questa vecchia intervista, per molti versi ancora attuale, vi dia la stessa emozione che ha dato rileggerla oggi, dopo tanti anni. Coccoluto è un maestro che merita di essere ricordato, come tanti altri dj e produttori di talento che ci hanno lasciato prematuramente. Robert Miles e Frankie Knuckles sono i primi che mi vengono in mente. E non posso non pensare anche a Pinketts, mancato nel 2018 a soli 57 anni. Ma ora date un’occhiata alla valigia di Coccoluto!

Coccoluto: «I miei dj set di tendenza, come una valigia dei desideri»

Il Secolo XIX, 8 giugno 2005

Il dj set di Claudio Coccoluto alla Capannina, mercoledì scorso, è stato il primo grande evento della stagione. Tre ore abbondanti di musica da ballare senza sosta, con quanto di meglio si possa trovare sotto il tetto della house. Il repertorio di Coccoluto ha infatti spaziato tra dischi vecchi e nuovi, dal revival all’ipermoderno, dal caraibico al nordico. Renzo Lattuada, proprietario del locale, era sicuro che sarebbe stato un successo e ha coinvolto l’artista romano in una simpatica iniziativa.

“Sto raccogliendo le impronte della mano destra dei più grandi deejay del mondo” spiega Lattuada. “Le voglio incorniciare e appendere nel locale. Finora ho preso quelle di Satoshii Tomie e Frankie Knuckles. Due giganti della musica house, che hanno suonato alla Capannina nell’agosto dell’anno scorso. Degli italiani, oltre all’impronta di Claudio, vorrei avere quella di Francesco Farfa.” Insomma, i più grandi. Che però si ricordano sempre di venire a trovare i vecchi amici in Riviera.

Claudio, quanti anni sono che vieni a suonare in Riviera?

“Almeno quindici. Mi ricordo delle serate, nei primi anni Novanta, al Vetro Nero di Pietra Ligure – locale chiuso da oltre dieci anni. Allora si parlava di musica underground, ma c’era già parecchia gente interessata al fenomeno, alla ricerca di nuove sonorità.”

Che rapporto hai con la Liguria?

“Ottimo. Forse perché, in quanto tirrenico, sono della stessa sponda, in Liguria mi sento come a casa. Cerco sempre di tornare a suonare da queste parti, per ritrovare l’affetto della gente e le emozioni delle serate passate. Per me Gianluca Sunny People (organizzatore dei principali eventi house in Riviera) è un punto di riferimento da oltre dieci anni. Le tradizioni vanno rispettate e incoraggiate. Se non venissi più a suonare in Liguria, sono sicuro che mi mancherebbe qualcosa. L’unico motivo per cui vengo più spesso d’estate che d’inverno è che, per la vocazione turistica della regione, ci sono più possibilità.”

Qual è la migliore serata che hai fatto in Riviera?

“Confesso che non mi piace vivere di ricordi. Preferisco pensare al presente. L’unica serata che mi interessa è quella che sta per cominciare. E che magari potrebbe essere la migliore.”

La musica di Coccoluto è una valigia dei desideri

Come scegli la musica da mettere?

“Per me il deejay, più che in consolle, si esprime a casa, quando prepara la borsa dei dischi, la cosiddetta “valigia dei desideri”. Le idee vengono fuori lì. Personalmente non faccio mai scalette, preferisco affidarmi a linee tendenziali, che mi permettano poi di variare il dj set della serata in base all’umore mio e della gente”.

Che cosa distingue l’house dal resto della musica da ballo?

“House è un termine riduttivo, preferisco parlare di musica da club. Che ha il suo pregio nella capacità di essere sempre avanti e rinnovarsi continuamente. La ricerca nei club di nuove sonorità aiuta a combattere la stasi delle tendenze più commerciali e ti offre la possibilità di cambiare idea. Chi mi segue sa che non ascolterà mai due miei dj set uguali”.

Il successo ti ha cambiato?

“Non penso mai ai vantaggi che potrei ottenere dal successo. La trasmissione su Radio Deejay mi ha aiutato a far conoscere dei dischi nuovi, ma il mio giocattolo rimane la consolle. Per me suonare è sempre stato un hobby più che un lavoro. E poi mi piace molto l’idea di essere a un party, divertirmi e, se ci riesco, far divertire.”

Marco Vallarino