Come si gioca a una avventura testuale? Cercando con Google troverete tante risposte a questa domanda, molte delle quali utili a introdurvi al meglio nel mondo della narrativa interattiva. Ci sono anche giochi pensati apposta per i principianti, come Salvate lo Stregatto e Villa Morgana. Nel caso di Ayon, però, la risposta migliore è quella fornita da Leonardo Boselli. L’esperto imperiese ha pubblicato sul canale YouTube di Mille e Una Avventura un video gameplay realizzato su Twitch e dedicato allo scoop interattivo di Vincent Morgan.

Il video gameplay dura circa un’ora e mostra una buona metà dell’azione di gioco, dunque non guardatelo tutto se non volete rovinarvi troppe sorprese. Può comunque essere utile per capire come muoversi nello scenario urbano che fa da sfondo all’avventura. Vincent Morgan, per trovare tracce di Ayon nel quartiere in cui l’artista dello spray è nato e cresciuto, ha varie possibilità. Del resto deve fotografare almeno sei dei suoi vecchi murales e intervistare tre persone che lo hanno conosciuto. Un bell’impegno, anche per un giornalista smaliziato come lui. La periferia della città è un ambiente ostile in cui la fiducia della gente va conquistata, e i pericoli non mancano.
300 video gameplay
Il gameplay di Ayon è stato scelto da Leonardo Boselli come tema per i festeggiamenti legati al raggiungimento del traguardo dei 300 video pubblicati sul canale. Dopo aver giocato a Zork per i primi 100 e ad Avventura nel Castello per i primi 200, stavolta Boselli ha deciso di celebrare i 300 video con una avventura testuale forse meno importante dal punto di vista storico, ma che ha saputo lasciare una impronta significativa nell’ambiente mainstream.
Nel mondo di Ayon è un’opera di interactive fiction che alla sua uscita ha saputo attirare l’attenzione di media generalisti di rilievo nazionale come Repubblica e Mentelocale per essere il primo videogioco italiano dedicato alla street art. Del resto la street art è un fenomeno creativo in corso di forte rivalutazione per la capacità di riqualificare le aree degradate dei tessuti urbani e mettere in luce nuovi talenti dell’arte contemporanea.
Da allora sono già passati cinque anni! Forse è tempo per Vincent Morgan di vivere una nuova avventura?