Come sopravvivere al vampiro dopo essergli stati offerti in sacrificio

Nei giorni scorsi, raccogliendo la segnalazione di un utente del gruppo Facebook di Darkiss, ho giocato e finito una bella avventura testuale in lingua inglese e di genere horror, che propone una situazione decisamente particolare, in un certo senso agli antipodi con quella di Darkiss. Il personaggio che il giocatore si trova a impersonare è una fanciulla che gli affabili abitanti del suo villaggio hanno deciso di offrire in sacrificio al vampiro che ogni quindici anni viene a reclamare un tributo di sangue per non turbare la loro quiete.

Intitolata Marika the Offering e liberamente scaricabile dal sito di Adrift, il tool multipiattaforma utilizzato dall’autore revgiblet (pseudonimo di James Webb) per realizzarla, l’opera appartiene alla categoria degli one room game. È quindi un gioco ambientato in una sola locazione, che in questo caso è la stanza in cima alla torre in cui Marika viene rinchiusa, in attesa che il vampiro venga a prenderla, per gozzovigliare con il suo sangue fino a notte fonda e placare i suoi insani appetiti fino al prossimo sacrificio.

La madre di Marika è però convinta che il vampiro meglio noto come Il Conte sia molto meno forte di quanto si pensi e quindi battibile in un eventuale scontro con lui. A quanto pare il mostro è reduce da quindici lunghi anni di digiuno (durante i quali pare sia andato in letargo, in attesa che gli tornasse la sete) che devono averlo indebolito parecchio e proprio questa debolezza potrebbe rappresentare la possibilità di salvezza della ragazza, prima che il mostro recuperi le forze rifocillandosi con lei.

Un gioco intrigante e ben congegnato

Marika all’inizio è scettica. Quando però alle esortazioni della madre a non darsi per vinta si uniscono quelle di Enric, una guardia alla quale è sentimentalmente legata, si convince a provare a rendere al vampiro la (non) vita difficile. L’avventura consiste nel tentativo della ragazza di rendere la stanza in cui è imprigionata inaccessibile al malvagio Conte, che per succhiarle il sangue deve riuscire a entrare. La finestra, il caminetto, la porta (seppure chiusa a chiave) e addirittura il pavimento sono tutti elementi di cui bisognerà tenere conto per non lasciare – letteralmente! – il minimo spiraglio al mostro per intrufolarsi, anche in forma di nebbia, nella camera e dannare per l’eternità l’anima di Marika.

Il gameplay è in effetti la parte migliore dell’avventura. Per quanto la storia sia ben scritta e presentata, con una lunga e complessa introduzione in cui si impara a conoscere e amare o detestare i vari personaggi, l’azione di per se stessa è molto più interessante di come venga introdotta o integrata con la narrazione, e non appena si inizia a giocare si capisce di trovarsi alle prese con una situazione davvero intrigante e molto ben congegnata.

Capire come e in quale ordine le possibili vie d’ingresso vanno sbarrate non è semplice. Alla fine, però, addormentarsi con la certezza (o quasi) che il vampiro non potrà succhiare il sangue di Marika sarà una bella soddisfazione. Leggere di tutti i suoi vani tentativi di entrare nella stanza vi ricompenserà degli eventuali fallimenti iniziali, dovuti all’impossibilità di fare ogni cosa entro il tempo stabilito, che non è poco ma neanche tanto.

Marika the Offering nel 2007 si è classificato terzo alla annuale Competition per i giochi realizzati con Adrift. In attesa di Darkiss 3, può essere un buon diversivo, utile per capire come ci sente a stare dall’altra parte della truculenta barricata. Buon divertimento!