L’Università della California di Berkeley, nota come UC Berkeley, è considerata la più importante al mondo per quanto riguarda l’informatica. I suoi docenti e studenti hanno compiuto studi e ricerche fondamentali per lo sviluppo di importanti tecnologie, protocolli, applicazioni, linguaggi. A me piace ricordare il sistema operativo BSD, celebre variante di Unix che ogni tanto mi sono divertito a usare al posto di Linux.
Potete quindi immaginarvi la mia emozione quando, nei giorni scorsi, ho ricevuto una email da uno studente della UC Berkeley. David Helldén mi ha scritto per chiedermi di intervistarmi nell’ambito di un progetto sulla gamification che sta sviluppando insieme ad alcuni compagni. Helldén ha avuto la bontà di specificare che, durante la fase di ricerca, il mio nome è emerso come quello di una delle persone più importanti e con maggiore esperienza nel campo! Così è nata l’idea di intervistarmi insieme, presumo, agli altri esperti trovati in rete.
Probabilmente Hellden e i suoi compagni della UC Berkeley sono incappati nella classifica dei Gamification Gurus di Rise. Oppure hanno trovato qualche mio tweet dedicato ai progetti da me sviluppati in giro per l’Italia, tra cui il celebre Zigamus. Sta di fatto che mi sono ritrovato coinvolto in un progetto accademico di rilevanza internazionale. Ho quindi accettato molto volentieri di rispondere alle domande del gruppo sulla mia attività di game designer e sulla situazione della gamification in Italia.
Gamification letteraria
Questa felice occasione mi ha permesso di raccontare la mia particolare esperienza di autore di progetti digitali prevalentemente letterari. Nell’odierno ambito videoludico l’utilizzo di immagini e video sembra fondamentale per catturare l’attenzione dell’utente. Io però ho scelto di puntare soprattutto sulla parola scritta, per dimostrare che ciò che conta è il contenuto, non il contenitore. Anche perché qualunque opera visiva – non solo i videogiochi con la grafica, ma anche film e fumetti – può essere ricondotta a una serie di messaggi di testo.
In effetti Helldén mi ha detto di aver trovato le mie risposte molto interessanti. Non mi ha detto se la ricerca sarà pubblicata e quando. In ogni caso mi ha fatto piacere raccontare come anche nel nostro paese i videogiochi siano diventati un efficace strumento didattico e promozionale. All’intervista ho comunque dedicato una pagina di questo sito: Gamification and storytelling from Italy to UC Berkeley.
Fuga dall’Acropoli, la gamification al tempo dell’antica Grecia
Già che sono in tema, vi ricordo il mio ultimo progetto di gamification: l’avventura testuale Fuga dall’Acropoli, sviluppata insieme agli studenti dell’istituto Marconi di Imperia “come una lezione di storia interattiva”. Buon divertimento!