I vampiri di McCammon hanno sete e vogliono dissanguare Los Angeles

Nei giorni scorsi ho letto con piacere un vecchio romanzo di Robert McCammon di cui avevo sentito parlare come di una pietra miliare della narrativa horror dedicata ai vampiri.

È un’opera del 1981, intitolata Hanno sete (titolo originale: They thirst) che in Italia è stata pubblicata dall’editore romano Gargoyle in un bel volume rilegato con tanto di sovraccoperta. Di McCammon avevo già letto l’apocalittico Tenebre (Swan Song), che mi era piaciuto parecchio. Perciò ho preso Hanno sete con grandi aspettative. Che, in effetti, non sono andate deluse!

In realtà il motivo che mi ha spinto a leggere questo libro è stata la vicinanza del suo tema di fondo con quello della saga di Darkiss, ovvero l’ambizione dei vampiri di uscire dalle tenebre in cui si muovono da sempre per conquistare il mondo e ridurre l’umanità in schiavitù. Un’impresa tutt’altro che semplice, vista l’impossibilità dei mostri succhiasangue di muoversi di giorno (e nel romanzo di McCammon non ci sono le sacerdotesse di Valmar a dare una mano). Il principe Conrad Vulkan, vampiro ultra centenario in arrivo dall’Ungheria, è però convinto di potercela fare. Peraltro dispone dell’aiuto di un certo Gran Maestro che può essere facilmente identificato con il diavolo in persona.

Conquistare Los Angeles per conquistare il mondo

La scelta di Los Angeles come prima grande città da conquistare nel mondo per dichiarare ufficialmente guerra al genere umano viene legittimata in mondo assai articolato e convincente nel corso della storia. L. A. viene innanzi tutto considerato un posto dalla fama piuttosto eccentrica, in cui può succedere di tutto senza che nessuno ci faccia caso, tanto meno le forze di polizia. Brulica di giovani in arrivo da tutti gli Stati Uniti (e anche dal Messico e molti altri paesi) in cerca di fortuna nel mondo dello spettacolo, e i giovani sono quello che serve al principe Vulkan per allestire l’esercito di non morti che poi marcerà (al passo dell’oca o del pipistrello?) sul resto della nazione. Inoltre Los Angeles, per via del deserto e delle montagne che la circondano, è piuttosto isolata dalle altre grandi città degli Stati Uniti e questo renderà più difficile la fuga degli abitanti, quando la mattanza dei vampiri raggiungerà il culmine, così come l’arrivo di rinforzi da fuori.

Anche se all’inizio quasi tutti faticano a credere che l’ondata di omicidi e sparizioni che si è abbattuta sulla città sia opera dei vampiri, ci sarà ovviamente qualcuno che proverà a battersi contro le forze oscure di Conrad Vulkan. Il detective Andy Palatazin, scappato da bambino dall’Ungheria dopo che i vampiri avevano conquistato il suo villaggio, riconoscerà subito il pericolo incombente su L. A. e si darà da fare per scovare il covo del sedicente re dei vampiri per ficcargli un paletto nel cuore e mettere fine alle sue malefatte. Nel frattempo dovrà tenere a bada anche un efferato serial killer meglio noto come lo Scarafaggio, che presto diventerà uno dei più fedeli alleati di Vulkan.

A Palatazin si uniranno nel corso dell’azione vari personaggi, tra cui un bambino appassionato di film horror, figura piuttosto consueta in opere di questo tipo, che senza dubbio favorisce l’immedesimazione di molti giovani lettori. La loro sarà un’impresa disperata, che porterà a un finale davvero sorprendente, per quanto ben preparato durante la storia, e a mio avviso originale.

Seicento pagine dal ritmo travolgente

Com’è tipico dell’autore, il libro ha un ritmo travolgente, a dispetto delle oltre seicento pagine. I personaggi sono tratteggiati piuttosto bene e sono meno stereotipati di quanto ci si possa aspettare in un’opera del genere. Le motivazioni che li portano a scegliere da che parte stare sono articolate, plausibili e tutt’altro che scontate. Poi c’è un sacco di suspense, soprattutto nella parta centrale della storia. Quando i vampiri iniziano a fare strage della popolazione di Los Angeles, diventa difficile capire chi ce la farà a non farsi prendere e chi no.

La cosa che mi è piaciuta di meno del libro è la traduzione. Pur essendo piuttosto scorrevole, contiene sviste e imprecisioni che a tratti rendono complicato seguire lo svolgersi dell’azione. Comunque, nell’economia generale dell’opera, si può tranquillamente soprassedere. Hanno sete è un romanzo che consiglio a tutti gli appassionati di storie di vampiri. Anche se non mi ha fatto gridare al miracolo come Tenebre, mi è piaciuto più de Le notti di Salem di Stephen KingIl signore dei vampiri di Hugh Davidson e di altri classici del genere. E poi ho trovato spunti interessanti sia per Darkiss 3 che per lo spin-off dedicato al professor Anderson. Due giochi che presto o tardi vedranno la luce, anzi le tenebre!