Nonpossoparlare, il chatbot contro la violenza domestica

Una panchina rossa al parco urbano di Imperia

Il 25 novembre è la Giornata contro la violenza sulle donne. Colgo quindi l’occasione per segnalarvi un importante progetto informatico a sfondo sociale di cui mi sono occupato qualche mese fa per Il Secolo XIX. Sviluppato dalla software house genovese SPX Lab di Rosella Scalone e presentato su questo sito, Nonpossoparlare è il primo programma per computer che permette di chiedere aiuto, in modo istantaneo e anonimo, alle donne vittime di violenza domestica. Nello specifico si tratta di un chatbot, cioè un risponditore automatico, che gestisce le richieste di aiuto senza bisogno dell’intervento di una operatrice umana. Il servizio, gratuito, è quindi attivo 24 ore su 24, 7 giorni su 7. Funziona come una chat e fornisce informazioni dettagliate su dove recarsi per avere assistenza, nel caso in cui la vittima non possa più stare in casa con il proprio compagno.

Un contributo importante dalle donne imperiesi per Nonpossoparlare

Alla realizzazione del chatbot Nonpossoparlare hanno dato un contributo importante anche alcune donne imperiesi. Insieme all’amica Roberta Rota, psicopedagogista con cui mi sono occupato di DSA, hanno collaborato al progetto la consigliera di parità della regione Liguria Laura Amoretti, la responsabile del centro provinciale antiviolenza di Imperia, e assessora ai servizi sociali del Comune di Sanremo, Costanza Pireri e la rappresentante della cooperativa Jobel e della associazione Insieme Senza Violenza di Imperia Martina Gandolfo.

L’idea di Nonpossoparlare è nata perché, oltre all’aumento dei casi di violenza domestica, durante il lockdown di marzo c’è stata una diminuzione della capacità di ricezione di richieste di aiuto da parte dalle strutture preposte. Questo perché alcune di esse, per le vigenti disposizioni sanitarie e governative, sono state chiuse o hanno dovuto limitare la propria attività, proprio mentre molte donne erano costrette a stare a casa tutto il giorno con uomini violenti.

Chi si sente in pericolo di vita deve chiamare il 112

Per questo il chatbot, opportunamente programmato, permette di segnalare, senza peraltro lasciare traccia della richiesta sul proprio dispositivo, una situazione di disagio, che sarà poi valutata da autorità competenti. Per i casi di estremo e immediato pericolo, però, la soluzione resta la chiamata al 112. Il pool di Nonpossoparlare sostiene infatti che, chi teme nell’immediato per la propria vita, deve chiamare le forze dell’ordine.

Nonpossoparlare è nato con lo scopo di fare luce su situazioni meno estreme, ma che magari persistono da mesi, se non da anni. Situazioni che solo con il supporto di esperte ed esperti potranno essere affrontate e risolte nel modo migliore. Tra i primi siti su cui il chatbot è stato attivato c’è quello del Centro antiviolenza Pandora.

Grazie a Nonpossoparlare, sostengono le referenti della iniziativa, le donne vittime di violenza domestica non saranno più sole. A ogni ora del giorno e della notte ci sarà sempre qualcuno pronto ad aiutarle.

Imperia contro la violenza di genere

Nella mia città sono state attuate negli anni varie campagne di sensibilizzazione contro la violenza di genere. Nel 2017 lo Zonta Club ha inaugurato una serie di panchine rosse recanti messaggi sul tema. Ve le ho recentemente mostrate nel mio video sulla street art a Imperia. Ci sono stati poi vari spettacoli proposti nei teatri e circoli Arci cittadini.

Quest’anno il diciottenne Luca Memeo ha scritto il racconto Devo stare zitta per l’antologia Ai tempi del virus. La drammatica storia narra proprio di una donna costretta a stare in casa durante il lockdown insieme al compagno violento. Una presenza più soffocante della Covid-19. Ve la propongo nella lettura di Amanda Fagiani.

Quanto a me, Il cuore sul muro è sicuramente una storia piena d’amore e di speranza. Del resto è un romanzo che ha riscosso un bel successo anche come lettura didattica nelle scuole. L’amore trionfa, o quasi, anche nel mio racconto umoristico La dolce Eleonora e l’amaro calice, dal quale Emilio Audissino ha tratto questo bel film. Eugenio Ripepi, Giorgia Brusco, Antonio Carli, Victor Mella, Gianni Oliveri sono gli interpreti principali della bizzarra vicenda che vede un romantico sogno d’amore trasformarsi nel peggiore degli incubi. Buona visione!