Il libro inchiesta di Daniele Biacchessi sui giornalisti morti in servizio
Morire in guerra per amore della verità. È quanto accade a chi cerca di fare il giornalista nell’unico modo possibile. Quello di tenere gli occhi aperti per vedere e poi raccontare ogni fatto con scrupolo e dovizia di particolari. Ogni anno i reporter caduti al fronte sono centinaia. Uccisi per i motivi più assurdi, a volte addirittura per sbaglio oppure per semplice rappresaglia.
Il libro del giornalista milanese Daniele Biacchessi, intitolato Passione Reporter e pubblicato da Chiarelettere con la prefazione di Ferruccio de Bortoli, prende in esame cinque casi emblematici per rievocare episodi resi ancora più tragici dalla fretta con cui sono stati archiviati e poi dimenticati.
“Cinque storie unite da un profondo senso di ingiustizia, che ha lasciato impuniti i colpevoli di questi misfatti” sottolinea l’autore. “In un periodo in cui l’informazione in Italia è fin troppo inutile e opaca, si è forse scordato che l’unica strada per il successo è fare giornalismo d’inchiesta. Occorre consumare le suole delle scarpe per verificare le situazioni e trovare di persona fonti e spunti.”
Cinque storie tragiche, scritte con il sangue, quelle di Ilaria Alpi, Raffaele Ciriello, Maria Grazia Cutuli, Antonio Russo, Enzo Baldoni
Secondo Daniele Biacchessi, senza i reporter di guerra la verità sarebbe raccontata dal più forte, attraverso veline atte a giustificare ogni massacro e perpetuare i conflitti all’infinito. “Sono stati i giornalisti, col lavoro di ricerca e denuncia, a mettere fine alla guerra del Vietnam” ricorda il cantastorie lombardo. “Smuovere le coscienze è anche quello che hanno tentato di fare i protagonisti delle mie storie, a cominciare da Ilaria Alpi, uccisa in Somalia nel 1994 dopo aver scoperto un traffico di armi e sostanze tossiche a bordo di pescherecci debitamente camuffati».
Il fotografo Raffaele Ciriello è invece diventato il primo giornalista straniero ucciso nell’intifada, in Cisgiordania nel 2002. Freddato da un cecchino mentre documentava gli scontri tra israeliani e palestinesi, ha ripreso la propria morte in diretta lasciando una macabra testimonianza dell’impegno di freelance a caccia della verità.
Maria Grazia Cutuli, terza protagonista del testo di Biacchessi, è rimasta vittima di un attentato in Afghanistan nel novembre 2001. Con lui c’erano anche alcuni colleghi stranieri.
Antonio Russo è stato trovato morto in Georgia, nell’ottobre del 2000, nei pressi di una base militare. Poco prima aveva denunciato la repressione russa sulla popolazione cecena.
All’agosto del 2004 risale infine la scomparsa di Enzo Baldoni, rapito e giustiziato in Iraq da una sedicente organizzazione fondamentalista musulmana. Una persona allegra, che aveva più volte scherzato sul lavoro di inviato di guerra. La famiglia ne attende ancora oggi la restituzione del cadavere. Ma probabilmente è stato fatto sparire per celare le orrende sevizie e mutilazioni inflitte dagli aguzzini.
Marco Vallarino