Racconto noir pubblicato sul settimanale La Riviera del 19 dicembre 2003
Quando Andrea Moggio, direttore della Riviera, mi telefonò per chiedermi un parere sui resti umani trovati in un bosco vicino a Ceriana, mi tornò in mente una piacevole serata trascorsa, poche settimane prima, in un ristorante del paese in compagnia di un’amica di Sanremo. Nel maldestro tentativo di fare colpo, stavo citando tutti i racconti più misteriosi e agghiaccianti che avevo scritto, quando un vecchio si alzò da un tavolo vicino e ci raggiunse.
“Mi scusi, giovanotto” attaccò. “Parlava a voce così alta che non ho potuto fare a meno di ascoltare. Se ho capito bene, lei è uno scrittore di gialli.” Annuii compiaciuto. Il vecchio proseguì: “Bene, credo di avere una storia per lei. Sono sicuro che le piacerà. È ora che qualcuno racconti cosa sta succedendo da queste parti.”
Confesso che avrei preferito continuare a tampinare l’amica. Le offrivo la cena e mi dispiaceva vanificare l’investimento. Ma cosa non si farebbe per scrivere un buon racconto! Mi scusai con la ragazza e invitai il vecchio al nostro tavolo. Tentai di offrirgli un bicchiere di rosso, ma lui rifiutò dicendo che non beveva mai. “Alla mia età è pericoloso” chiosò. “Si può essere scambiati per pazzi. Cosa che vorrei evitare, soprattutto stasera. Come saprete, Ceriana è sempre stato un posto tranquillo. L’alluvione è stata un duro colpo, ma ce la siamo cavata. Il problema è che da queste parti ci si annoia facilmente. Non succede mai niente e si finisce per spettegolare. La gente si diverte a parlare alle spalle degli altri, inventando le storie più incredibili. Purtroppo non tutti la prendono bene.” Concordai e lo invitai a tirare fuori la sua storia.
Il terrificante racconto del vecchio
“Giorgio” iniziò a raccontare il vecchio “arrivò a Ceriana cinque anni fa. Voleva vivere in mezzo alla natura, lontano dalla città, insieme alla moglie Chiara. Che era una bella ragazza dagli occhi azzurri e i capelli d’oro. Si erano appena sposati e sembravano felici. Ma, come ho detto, qui ci si annoia facilmente e presto Chiara cominciò a lamentarsi della vita piatta che conduceva, mentre il marito lavorava a Sanremo. Per distrarsi, se ne andava in giro per i boschi, stando via sempre più a lungo, di giorno come di notte. Qualcuno diceva di averla trovata a ballare scalza tra gli alberi, con ghirlande di fiori tra i capelli. Qualcun altro sosteneva di averla vista rotolarsi nell’erba insieme a ragazzi dei paesi vicini. Giorgio era geloso, molto geloso. Forse era finito a Ceriana proprio per allontanare la moglie dalle tentazioni della città. Fatto sta che prese a spiare la ragazza, seguendola nei vagabondaggi tra i boschi. Finché un giorno Chiara scomparve.” Rabbrividii e la mia amica fece lo stesso.
“Nessuno” riprese il vecchio dopo una pausa “seppe che cosa fosse accaduto, ma Giorgio non sembrò molto turbato. Continuò a svolgere la vita di sempre, tornando a casa la sera forse un poco più tardi del solito. Nel frattempo scomparvero altre ragazze. E ragazzi. Sicuramente ne avrete sentito parlare. E nessuno sembra saperne niente. Io però ho visto tutto. Ero là, quando Giorgio ha scoperto una di quelle coppie a fare l’amore nel bosco. Come osate, gridava, questo è un cimitero! Qualcuno è riuscito a scappare, qualcun altro no. Ha smesso di rotolarsi nell’erba ed è finito a concimarla. Insieme a Chiara e a tutti gli altri. L’ho visto con i miei occhi mentre li faceva a pezzi col badile arrugginito. Ma avevo troppa paura per intervenire. Così, un giorno in cui ero sicuro che Giorgio fosse a Sanremo, sono tornato nel bosco per mettere fine al massacro. Ho scavato finché non ho trovato i resti di uno dei ragazzi. Li ho lasciati lì, in bella vista, perché la gente capisse che non era un posto da picnic.”
Come potete immaginare, quella sera andai in bianco e l’amica di Sanremo cambiò indirizzo e numero di telefono. Per recuperare almeno i soldi della cena avrei dovuto scrivere il racconto e pubblicarlo. Prima di avventurarmi da solo nel bosco maledetto, provai a rintracciare il guardone, chiamandolo al numero che mi aveva lasciato. La donna che mi rispose mi comunicò in tono affranto che il vecchio era scomparso da due giorni.
Decisi di scrivere un racconto sulla possibile estinzione della foca monaca in Sardegna.
Marco Vallarino