Racconto di Marco Vallarino pubblicato nel volume fuori commercio “Le sirene, il mare, il sogno, il segno” a cura di Lucio Nocentini.
Erano arrivate da lontano, ma adesso erano molto vicine. Così vicine che la gente non doveva neppure entrare in mare per vederle. Bastava scendere in spiaggia e buttare l’occhio tra le onde, per scorgere le caratteristiche pinne a forma di cuore e – soprattutto – i seni prosperosi da film porno. Le sirene erano tutte meravigliose e contente di essersi sistemate al largo di Imperia, nel cuore della Riviera dei Fiori. Avvicinate dalle autorità locali a bordo di un peschereccio tricolore, le splendide creature metà donna e metà pesce avevano detto di aver scelto quella porzione di Mar Ligure ritenendola una delle meno inquinate del Mediterraneo.
Per la città fu un vero colpo di fortuna. La crisi si era fatta sentire e l’amministrazione era in perenne difficoltà col bilancio, non avendo neanche più i soldi per far aggiustare le auto della polizia distrutte durante gli inseguimenti con la malavita locale. Tra i turisti tornati a invadere Imperia per vedere le sirene, insieme a radio, tivù e giornali, anche molti pittori che avevano preso a ritrarle nei loro quadri. Un norvegese fece pure una parodia dell’Urlo di Munch, ma ad avere più successo furono le opere dedicate ai loro eccezionali topless. Alle modelle più gettonate fu anche avanzata, in maniera più o meno galante, qualche proposta più piccante.
I risultati furono così sorprendenti da dover essere addirittura censurati in questo reportage. Ma siccome un bel gioco dura poco, nel mezzo della più redditizia (e sexy) estate di Imperia, accadde che l’imprevedibile esplosione di una rete fognaria nei pressi della costa inquinò e non poco il mare della città. Le sirene inorridirono e, annaspando in maleodoranti e torbide chiazze di tutto quanto c’è di schifoso al mondo, chiesero aiuto. Il problema alla fogna però era serio, ci sarebbe voluto del tempo per risolverlo e intanto si correva il rischio che le sirene tornassero dalle parti di Scilla & Cariddi. In realtà pure laggiù la situazione non era delle migliori, inoltre le sirene si erano affezionate a Imperia e sarebbero andate via a malincuore, pur non potendo restare a mollo nella me*da.
La soluzione giunse osservando il quadro di Munch e salvò capra e cavoli. Nell’attesa che la fogna venisse riparata, le sirene furono fatte sbarcare a terra e sistemate in capienti vasche da bagno sui tettucci delle auto della polizia per fare… le sirene. In fondo erano da sempre famose per le eccezionali doti canore e non avrebbero avuto problemi a sostituire i tradizionali generatori dei segnali acustici d’allarme. Per loro in effetti fu una gioia. Urlarono, urlarono e urlarono fino a non avere più fiato. Una sirena in particolare si entusiasmò a tal punto che decise pure di iscriversi al Festival di Sanremo. Ma questa è un’altra storia!