Piedi nudi, mani armate

Racconto pubblicato nella antologia “Terra mia” (Il Furore dei Libri, 2013)

Mi chiamo Kevin Crane e cammino a piedi nudi da sempre. Sono nato e cresciuto in una terra soffice, profumata, cosparsa di erba, fiori, alberi, attraversata da fiumi limpidi e illuminata da un sole che non scalda solo l’aria ma anche i cuori, e accende i sorrisi. Si sta bene, qua. O meglio, si stava.

Terra mia, antologia di racconti brevi

Non pensavo di avere bisogno di un paio di scarpe finché la fabbrica non ha aperto. Dicevano che avrebbe portato lavoro e soldi per tutti, anche se nessuno si era mai lamentato di essere povero. Vivevamo di ciò che dava la terra e ci bastava. Ora però non dà più niente, è troppo inquinata.

Camminare scalzi è pericoloso, in giro ci sono chiodi, rottami, vetri rotti e le siringhe di chi si droga per dimenticare lo squallore che ci circonda. L’acqua è torbida e il sole è oscurato dai fumi delle ciminiere.

Non posso neppure sognare un mondo migliore perché la notte il rumore dei macchinari impedisce di dormire. Le tasche gonfie di soldi dovrebbero farmi dimenticare le ferite del corpo e dell’anima, ma il lavoro alla catena di montaggio mi rende troppo stanco anche per dimenticare. E poi quello che vendono allo spaccio della fabbrica non mi piace. È superfluo e mi costringe a lavorare di più per mantenere vizi che non mi giovano.

Prendo solo le disgustose scatolette che mi tocca mangiare, e continuo a risparmiare per comprare un giorno ciò che mi permetterà di camminare di nuovo libero per la mia terra. Il giorno in cui i piedi torneranno a essere nudi perché le mani saranno armate.

Marco Vallarino