Tutto è bene quel che finisce bene

Racconto noir pubblicato in “Dritto al cuore” (Galaad, 2014)

A Luca piace giocare col Piccolo Chimico. Sogna di diventare uno scienziato bravo come papà, sempre in giro per il mondo a tenere conferenze. Anche oggi, tra alambicchi e provette, è da solo con la nonna, che anziana com’è non può fare nulla quando tre uomini col volto coperto irrompono in casa, pistole in pugno, per rapire il bambino.

“Un milione di euro” è la richiesta che l’illustre virologo, tornato a casa, ascolta al telefono. “Domani a mezzanotte al parcheggio dell’autostrada. Niente scherzi o il bambino muore.”

Il professore si chiude in laboratorio a pensare. Ci rimane per tutto il giorno, uscendone la sera con una valigetta in mano. Sale in auto e si dirige verso lo svincolo dell’autostrada. Nel parcheggio le macchine sono poche. Quella dei rapitori è vicina all’uscita, il motore acceso, le luci spente. Il prof si ferma e aspetta, finché qualcuno non bussa al finestrino, intimandogli di consegnare i soldi.

“Voglio vedere mio figlio, prima” replica il virologo, ma l’altro non se ne va finché non ha la valigetta, dicendo solo: “Aspetta qui.”

Per alcuni minuti non accade nulla. Poi qualcuno esce dalla macchina e corre verso di lui. Luca! Padre e figlio si baciano e si abbracciano, poi tornano a casa.

“Ho avuto tanta paura, papà!” racconta Luca.

“È stato terribile” conferma lo scienziato. “Ma tutto è bene quel che finisce bene.”

Sull’altra macchina, i rapitori festeggiano. Si tirano le mazzette da diecimila euro e gridano: “Ce l’abbiamo fatta!”

“Ehi!” dice poi qualcuno. “Cos’è questa roba?” Ha le mani ricoperte da una sostanza vischiosa. “Non lo so” risponde un altro. “Anch’io mi sento lev dita appiccicose. Doveva essere sulle banconote.”

Un silenzio di tomba cala sulla macchina, mentre a bordo della sua Mercedes il professore ride a crepapelle!

Marco Vallarino