Zombi

Racconto horror pubblicato su La Riviera di Sanremo del 30 aprile 2004

Nel cuore della notte il grido disperato di una donna riecheggia per le strade della città: “Aiuto, aiutooo!”

L’agente Rosso non è lontano e ci mette un attimo ad arrivare sul posto. In fondo a un maleodorante vicolo ricolmo di rifiuti, la virtù di una procace bionda in top, minigonna e stivali sta per essere violata dall’ennesimo delinquente drogato perdigiorno fasciocomunista ateo musulmano testimone di Geova. Quale occasione migliore per inaugurare il nuovo equipaggiamento anti aggressione?

Il Rosso colpisce il malvivente alla schiena con il bastone estensibile. L’uomo tenta di reagire, ma quando si gira viene accecato dalla luce abbagliante emessa dalla punta del bastone. Per il colpo di grazia l’agente si affida alla bomboletta di gas irritante. Una spruzzata dritta in faccia e il manigoldo precipita a terra contorcendosi come sotto le peggiori torture.

L’agente accompagna la bionda fuori dal vicolo sana e salva, si prende due baci e un caloroso abbraccio, poi torna dal malvivente. L’uomo ha appena riaperto gli occhi, quando il Rosso gli rifila un’altra spruzzata. Ma stavolta, anziché contorcersi, il farabutto si irrigidisce e sbarra gli occhi. Si alza in piedi, si mette sull’attenti e annuncia: “Agente Ferrari agli ordini, signore!”

Il Rosso sogghigna. Lo spray modificato al pentotal funziona proprio bene, anche meglio dell’altro. Chiunque lo respiri si trasforma in un poliziotto zombi al servizio della Legge.

“Forza” attacca l’agente, “portami dal tuo capo.”

Obbediente, lo zombi si avvia, attraversando con passo sicuro i vicoli più bui della città vecchia. “Il mio capo è qui” dice alla fine, davanti al portone di un palazzo. “Al terzo piano.”

“Vai avanti” ordina il Rosso estraendo la pistola. “E fatti aprire.” Lo zombi sale le scale e suona il campanello tre volte, come da copione. La porta si apre e qualcuno esclama: “Ferro, ma come stai! Cosa ti sei preso per avere ‘sta faccia?”

Un attimo prima che la porta si richiuda, il Rosso esce dall’ombra e irrompe nell’appartamento, un modesto monolocale arredato alla meno peggio. “Fermi tutti, polizia!” intima puntando la pistola contro il gruppo di uomini impegnato a tagliare droga al centro della stanza. Tutti alzano le mani, tranne un biondino dagli occhi spiritati che si mette a frugare nella giacca.

“Fermo” strilla il Rosso, ma l’altro ha già estratto la pistola. L’agente è costretto a sparare. Un colpo in mezzo agli occhi, che lo fredda all’istante. Gli altri impallidiscono e tengono le mani bene in vista. Nessuno osa reagire quando Rosso gli spruzza il pentotal in faccia. In breve altri quattro agenti sono pronti all’azione. “Portatemi dal vostro capo” ripete il Rosso.

Il capo dei capi, quello che controlla l’intera città vecchia. “Quanti anni sono che gli stiamo dietro senza riuscire mai a beccarlo” pensa accigliato. “Ma forse questa è la volta buona.”

Scortato dalla pattuglia di zombi, l’agente esce dal palazzo con indosso gli abiti del biondino spacciato. “Ho fatto anche troppa strada in divisa” considera infilando la pistola in una tasca della giacca. L’esercito del Rosso si ingrandisce a ogni angolo di strada. Spacciatori, papponi, taccheggiatori, gigolo: una spruzzata di pentotal non si rifiuta a nessuno. Anche le sentinelle che sorvegliano i dintorni della base devono arrendersi allo strapotere dello spray.

Il Rosso irrompe trionfante nell’ufficio del boss, pregustando il momento in cui gli farà scattare le manette ai polsi.

Ma l’uomo non batte ciglio. “Ti aspettavo” esordisce. “Sapevo che prima o poi sareste riusciti ad arrivare qui col vostro spray al pentotal. Un’ottima idea, complimenti! Per fortuna la mia talpa ha provveduto a mandarmi l’antidoto.”

Tira fuori una bombola di gas da sotto la scrivania, apre la valvola e conclude: “Mi spiace, ma temo che non uscirai vivo da qui.”

L’ultimo cosa che il Rosso sente prima che gli zombi gli siano addosso è il sibilo del gas che esce dalla bombola.

Marco Vallarino