Scarpe rosse è il titolo del racconto che ho scritto il mese scorso per partecipare al concorso letterario del festival AG Noir 2022 di Andora. L’iniziativa promossa dalla amministrazione comunale nell’ambito della rassegna di storie di intrigo e mistero era quest’anno dedicata alla follia. Un tema su cui mi è sempre piaciuto lavorare e che mi ha permesso di tirare fuori un’idea che avevo nel cassetto da anni. Che cosa succederebbe se un pazzo incontrasse qualcuno ancora più pazzo di lui? Alla fine ho scritto una storia che mostra le conseguenze impreviste che potrebbe avere un’azione di stalking fatta ai danni della ragazza sbagliata.
Ai primi del mese ho saputo che la giuria presieduta dall’assessore alla cultura del Comune di Andora, Maria Teresa Nasi, e formata da Cecilia Scerbanenco, Christine Enrile, Roberto Centazzo, Monica Napoletano aveva inserito “Scarpe rosse” tra i dieci racconti vincitori del concorso con la seguente motivazione:
A volte la follia è un chiodo fisso, un pensiero, ma meglio sarebbe dire un’ossessione che indirizza tutte le nostre azioni. C’è da domandarsi cosa può accadere se un folle incontra qualcuno più folle di lui ed è quello che fa questo racconto gustoso, solido e travolgente.
È stata per me una bella soddisfazione. Erano più di dieci anni che non partecipavo a un torneo letterario e mi ha fatto piacere scoprire di essere ancora in grado di fare breccia nel cuore di una giuria. Del resto proprio un concorso ha inaugurato nel 1998 la mia “carriera” di scrittore.
Quell’anno, quando frequentavo svogliatamente l’università di ingegneria a Savona e non sapevo ancora cosa fare della mia vita, raggiunsi con il racconto “Il sopravvissuto” – il primo scritto nella mia vita – la finale del Premio Courmayeur, importante concorso per la narrativa breve di genere fantastico. Un risultato eccellente per un autore di soli vent’anni, che mi permise di iniziare a farmi conoscere, grazie anche al bell’articolo che mi dedicò Il Secolo XIX. “Il sopravvissuto” fu poi pubblicato insieme ad altri dei miei primi racconti nella raccolta Ombre che nel 2000 Luca Crovi segnalò sull’Almanacco della Paura di Dylan Dog tra i migliori libri horror dell’anno.
Il libro del concorso
“Scarpe rosse” è stato invece pubblicato nell’antologia Onda Noir – Follia che la casa editrice InSedicesimo ha realizzato con i dieci racconti scelti dalla giuria. Anselmo Roveda, Barbara Ghedini, Giovanni Maria Pedrini, Gisella Paccoi, Giuliana Arpini, Iacopo Destefani, Massimo Ferrarotti, Osvaldo Cai, Vittorio Zallio sono gli autori e le autrici con cui mi sono ritrovato a far parte del prestigioso volumetto. Peraltro Roveda è un vecchio amico con cui nel 2006 avevo già condiviso le pagine dell’antologia Liguria in giallo e nero.
Ma la vittoria dell’AG Noir 2022 – segnalata anche dagli amici di Riviera24 – non è l’unica cosa che potrebbe uscire da “Scarpe rosse”. Sto infatti pensando con un paio di amici di trasformarlo in un cortometraggio. Si tratta come immaginate di un lavoro complesso che richiederà un certo tempo. Ma dopo tanti anni – l’ultima volta fu nel 2007 – mi intriga la possibilità di tornare sul set, peraltro con una storia a sfondo sociale. Lo stalking è un tema di cui non si parla mai abbastanza, un fenomeno verso il quale va sempre mantenuta alta l’attenzione. Da giornalista mi sono occupato varie volte di violenza di genere. Nel 2020 sono stato tra i primi in Liguria a scrivere del chatbot contro la violenza domestica. Ora mi farebbe piacere tornare a sensibilizzare l’opinione pubblica con un contributo sul tema.
La dedica all’amico Pinketts
Il festival del noir di Andora è stato anche una bella occasione per rivedere tanti cari vecchi amici, tra scrittori, editori, giornalisti e naturalmente lettori e lettrici. Particolare piacere mi ha fatto riabbracciare le amiche dell’associazione culturale Andrea G. Pinketts, nata nel 2019 in ricordo del grande scrittore, giornalista e uomo scomparso nel 2018. Il loro lavoro nel tenere viva la memoria del re del noir con la ristampa dei suoi primi romanzi è encomiabile.
Proprio a Pinketts ho dedicato la mia vittoria. Andrea è l’amico che mi ha insegnato ad avere coraggio nella vita e nella scrittura per essere sempre libero di fare ciò che voglio davvero. Era il 1999 quando grazie a lui e Andrea Carlo Cappi ho avuto il privilegio di entrare a far parte del movimento letterario della Scuola dei Duri di Milano. Un’esperienza che mi ha fatto crescere tantissimo e che vent’anni dopo mi ha permesso di portare a casa anche questo premio.