Sottopelle, il libro su bullismo e cyberbullismo

Recensione del romanzo scritto da Luca Bernardo e Francesca Maisano e pubblicato da Mondadori Electa

Bullismo e cyberbullismo sono due piaghe sociali terribili, da contrastare con ogni mezzo necessario, soprattutto a scuola.

Sottopelle, il libro su bullismo e cyberbullismo

Quando l’ufficio stampa di Mondadori Electa mi ha segnalato, nel settembre del 2018, l’uscita del romanzo Sottopelle, mi sono subito attivato per garantirgli la visibilità opportuna. L’ho letto in due giorni e poi recensito per la terza pagina di Libero, dove ho anche avuto modo di intervistare Francesca Maisano, autrice dell’opera insieme a Luca Bernardo.

La chiacchierata con lei mi ha permesso di approfondire alcuni temi rilevanti della storia. Inoltre mi ha dato la conferma di come, a volte, la realtà sia peggiore di qualunque, terrificante, fantasia. Dopo le tante scanzonate interviste fatte nei mesi precedenti a webstar paciose come Anima dei Mates, Iris Ferrari, Aranzulla, Montemagno, Marco Leonardi l’articolo che ho dovuto scrivere su Sottopelle (gran bel libro che vi consiglio) mi ha condotto nel lato oscuro della rete, dove anche voi state per andare.

Sottopelle, la vita in comune di autori e vittime di atti di bullismo

Autori e vittime di atti di bullismo e cyberbullismo possono vivere insieme e, col tempo, diventare amici? A Milano sì. Nella città meneghina, presso la casa pediatrica Fatebenefratelli, si trova il centro nazionale sul disagio adolescenziale, in cui si lavora ogni giorno a un recupero sociale, morale e talvolta fisico dei giovani pazienti.

Luca Bernardo e Francesca Maisano, due medici che operano nel centro, sono autori di svariati libri sull’argomento, tra cui il romanzo Sottopelle pubblicato da Mondadori Electa e ispirato alle storie dei ragazzi ospiti della struttura.

Protagonista della vicenda è Celeste, quattordicenne ricoverata per problemi di droga, che però derivano da guai ben peggiori. Uscire dal tunnel non sarà facile, a dispetto dell’impegno di medici e infermieri. Nel centro in cui è stata suo malgrado ricoverata, e da cui tenterà di fuggire, Celeste conoscerà altri ragazzi e ragazze.

Alessandro, detto Rocky, si trova lì per aver rotto il braccio a un compagno di classe semplicemente perché gli andava di farlo. Emma ha tentato il suicidio dopo che il suo ragazzo ha divulgato su WhatsApp una sua foto sexy, mettendo nei guai anche la sorella gemella. Antonio ha bevuto della candeggina, tre volte, perché a scuola lo prendevano in giro per la scarsa intelligenza.

I ragazzi però non sono soli. Oltre al personale medico, ci sono gli animali dell’area pet. Cani, gatti, conigli e anche tartarughine d’acqua saranno fondamentali per far sentire i pazienti meno soli e più responsabili. E poi ci sono loro stessi: settimana dopo settimana, impareranno a sostenersi a vicenda, a capire gli uni dagli altri come superare le difficoltà, gestire la rabbia di certi momenti e il dolore di altri.

Bullismo e cyberbullismo sono problemi da non sottovalutare

Intervista su bullismo e cyberbullismo

“I ragazzi hanno bisogno di qualcuno di cui potersi fidare” spiega Francesca Maisano. “A volte i genitori e i prof della scuola non bastano, perché non hanno una preparazione adeguata a trattare certe situazioni. Chi non ha esperienza in merito, tende a minimizzare e a sottovalutare problemi che invece richiedono grande attenzione.”

I ragazzi abbandonati a stati di degrado sociale e morale finiscono per trasformare la loro rabbia in una aggressività che diventa pervasiva e quindi difficile da gestire.

“Molti per superare certi traumi ricorrono alla droga che diventa un altro problema” prosegue Maisano. “Ci sono giovani che a quindici anni sembrano già completamente persi. Eppure, con il percorso opportuno, si può arrivare a una svolta e rifarsi una vita. Del resto sono ragazzi pieni di idee. La loro voglia di fare emerge nelle attività (ri)creative legate allo sport e all’arte che si praticano al centro. Non sempre c’è il lieto fine, tuttavia anche ricadere in una dipendenza non significa che non si avrà una seconda possibilità di (provare a) uscirne. L’idea di far convivere in uno stesso spazio autori e vittime di atti di bullismo è nata dalla necessità di entrambi di iniziare un’opera di riconciliazione, fondamentale per il reinserimento nel mondo esterno.”

Marco Vallarino