La street art ai tempi dei social network è il titolo del barcamp che ho tenuto il 25 luglio 2019 all’edizione italiana di Campus Party. L’evento milanese, seguito da un folto pubblico e poi replicato il mese successivo a Andora, ha attirato l’attenzione di Proofy. L’agenzia di tutela del copyright ha inviato la giornalista Greta Mariella alla mia conferenza per concordare un approfondimento dei temi trattati. Il risultato è la lunga intervista che potete leggere su Proofy.co nella sezione La parola ai Creativi.
La chiacchierata inizia con l’importanza, e singolarità, della street art in un momento in cui tutto sembra fatto per essere mostrato on line. Murales e graffiti sono infatti tra le pochissime cose che, ancora oggi, devono stare fuori da Internet, per avere senso. Certo, molti di noi – e io per primo, su Instagram – si divertono a postare sui social le foto dei dipinti murali che spesso colorano le strade della propria città. Tuttavia, si tratta di un fenomeno nato fuori da Internet e destinato a starci.
Per questo la street art è anche un invito a continuare a tenere d’occhio tutto ciò che non è digitale, a cominciare dalla realtà in cui viviamo. Del resto, come ho detto a Greta: più tempo passiamo su Internet, appiccicati agli schermi di smartphone, tablet, social network, meno ne abbiamo per vedere quello che accade al di fuori della rete, nella nostra vera vita. E un giorno potrebbe essere tardi per farlo!
La street art tra libri e videogiochi
L’intervista rilasciata a Proofy mi ha permesso di parlare anche delle mie opere creative legate al graffiti writing. Grande spazio è stato dato al mio romanzo Il cuore sul muro, che recentemente la Feltrinelli di Genova ha inserito in uno scaffale a tema. Peraltro la stessa copertina del libro reca un’opera di street art, realizzata da Taurus Eyes alias Daniele Risso.
Poi c’è stato modo di parlare di Ayon, il videogioco testuale (quasi) autobiografico che nel 2013 fu recensito anche da Repubblica. L’opera digitale, liberamente scaricabile dal mio sito, propone un particolare scoop interattivo. Il giocatore veste i panni del giornalista Vincent Morgan, a caccia di un misterioso street artist. Un modo per promuovere il graffiti writing come forma d’arte contemporanea e, allo stesso tempo, offrire ai più giovani una nuova forma di lettura (e scrittura).