Come tutti sapete, lo scorso mese di luglio sono stato ospite dell’edizione italiana di Campus Party. Il più importante festival al mondo su innovazione e creatività ha proposto un mio barcamp su street art e graffiti writing. L’evento era naturalmente legato alla presentazione del mio libro Il cuore sul muro e al passaggio della comunicazione dai muri a Internet.
Nell’occasione ho avuto la possibilità di assistere alla conferenza, programmata un’ora dopo la mia, del keynote speaker della manifestazione: Tim Berners-Lee. L’informatico britannico che nel 1989 ha ideato il World Wide Web è intervenuto a Campus Party per presentare il suo nuovo progetto Solid. Social Linked Data è un nuovo modo di condividere dati, a prova di privacy, attraverso la decentralizzazione della rete.
Proprio il problema di privacy in rete rilevato da Berners-Lee mi ha permesso di ricavare dall’incontro un bell’articolo che trovate questo mese in edicola sulle pagine dell’edizione italiana di Hacker Journal pubblicata da Sprea e curata da Massimiliano Zagaglia. Il servizio, realizzato grazie anche al supporto dell’amica Elena Mascolo, riporta il quadro a tinte fosche dipinto da Tim Berners-Lee a Campus Party in merito alla situazione odierna del World Wide Web. Già il titolo dell’articolo, riportato anche in copertina, è eloquente: Berners-Lee odia il WWW. L’informatico britannico ha detto infatti di essere molto deluso da come la sua creatura si sia evoluta nel corso degli anni.
Tim Berners-Lee e il problema della privacy in rete
Secondo Tim Berners-Lee ci sono troppi dati in mano a troppe poche aziende e persone. Dati di miliardi di persone, regalati in cambio dell’accesso “gratuito” a siti che fanno business con i contenuti che gli utenti producono gratis per loro. La soluzione, offerta da Solid, è appunto decentralizzare la rete. In questo modo ognuno può tenere i propri dati sul proprio server, anche in locale. E poi decidere da solo con chi condividerli.
L’articolo su Hacker Journal occupa ben tre pagine e vi consiglio di leggerlo se volete approfondire il discorso su Solid. Peraltro Tim Berners-Lee dà anche alcuni interessanti consigli su come lavorare oggi (e domani) nel World Wide Web.
L’acclamato informatico britannico, padre della rete, non è il primo guru del digitale di cui ho scritto per Sprea. Nel 2009 infatti ho realizzato per Linux Pro una bella intervista a Richard Stallman sul suo viaggio in India. Nel 2009 ho intervistato anche l’ingegnere elettronico, specialista dei sistemi embedded, Alessandro Rubini. Nel 2011, invece, ho scritto un ricordo di Dennis Ritchie, l’inventore del linguaggio C, morto nell’ottobre di quell’anno. Altri, come Salvatore Aranzulla e Marco Montemagno, li ho intervistati, anni dopo, per Libero.
Chi sarà il prossimo? Se avete qualche idea, proposta o richiesta, fatemelo pure sapere per email o su Facebook. Se troverò un editore interessato, non avrò problemi ad accontentarvi!