Ugo Moriano riscrive la storia della Sacra Sindone

Ugo Moriano è uno degli autori liguri di cui ho scritto di più sulle pagine culturali del Secolo XIX. Vincitore nel 2013 del Premio Selezione Bancarella, si è fatto apprezzare da pubblico e critica sia per i suoi romanzi storici che per quelli storici. Negli anni, si sono fatte notare anche le sue incursioni nel fantasy e nell’horror. Insieme a Giuseppe Conte, Orso Tosco, Marino Magliani, è da tempo uno dei narratori ponentini più apprezzati.

È però nel 2021 che Moriano ha portato in libreria una storia davvero importante e ambiziosa. Quella della Sacra Sindone. Una saga in quattro volumi – per ora! – che ho avuto il piacere di presentare a Diano Marina alla mia rassegna Un mare di pagine e poi di recensire per Libero, nell’articolo che state per leggere.

Ugo Moriano e il re della gloria

Libero, 5 novembre 2021

Ugo Moriano, Il re della gloria

La Sacra Sindone è autentica. A dirlo, anzi a scriverlo, è Ugo Moriano. L’autore imperiese, già finalista al Premio Bancarella 2013 e vincitore di vari riconoscimenti letterari, ha scritto per Coedit Il re della gloria: la stirpe della Sindone. Il volume è il primo romanzo di una serie di quattro dedicata alla storia del telo che avvolse il corpo di Cristo dopo la deposizione dalla croce.

“È una storia di fantasia” dice subito Moriano “per scrivere la quale, però, ho dovuto dare per scontato che quella conservata ancora oggi a Torino sia proprio la Sacra Sindone. La prima ostensione documentata risale al 1353 a Lirey a opera di Goffredo di Charney. Il cavaliere però non svelò come ne fosse entrato in possesso.”

Dalla morte di Gesù, nel 33 d.C., fino alla prima apparizione della Sindone c’è quindi un buco di oltre mille anni. Buco che Moriano ha intenzione di riempire con vari periodi di avventure, intrighi e amori.

Un intrigo politico darà il via a una storia d’azione e d’amore

Il primo romanzo presenta una storia che, dopo alcuni preamboli ambientati in epoche diverse, spazia dal tempo di Gesù fino al 70 d.C. Protagonista della vicenda è Lucio Servilio Piso Cesare, un giovane tribuno della famiglia Giulia. L’uomo, dopo aver ricevuto l’incarico di indagare sul comportamento di Pomponio Flacco, potente governatore della Siria, raggiungerà la Palestina, dove si troverà coinvolto nelle vicende legate alla passione di Cristo. Osteggiato anche da Ponzio Pilato, da anni prefetto della Giudea, Lucio cercherà, grazie all’aiuto del fidato centurione Gaenus e alla fedeltà del servo gallico Ruadhan, di sopravvivere a inganni e tradimenti. Dopo aver conosciuto Giuseppe di Arimatea, membro del Sinedrio, si innamorerà di sua figlia Eliza, che lo avvicinerà alla fede cristiana. Insieme a lei e al padre, Lucio si adopererà – per amore della fanciulla – per portare al sicuro la Sindone.

“Ho trascorsi anni a documentarmi per ricostruire con accuratezza gli usi e costumi dell’epoca” assicura Ugo Moriano, appassionato di storia e ricercatore meticoloso. “Ho letto i vangeli, compresi quelli agnostici, altri testi sacri e libri sulla storia del primo secolo. Per la narrazione ho deciso di adottare il punto di vista di un romano, e quindi di un pagano, per raccontare la vicenda in maniera neutra, dall’esterno. Non era infatti mia intenzione indulgere negli aspetti religiosi della storia, non sentendomi abbastanza preparato in materia.”

L’umanità di Gesù

Lo stesso Giuseppe di Arimatea è ancora legato al culto ebraico ortodosso e, come Lucio, agisce per motivi personali, non spirituali. A colpirli, di Gesù, più che la possibilità che sia davvero il Figlio di Dio, è la sua umanità, declinata in un comportamento strano, assurdo in certi momenti, agli occhi degli altri.

“In quel periodo” riprende Moriano “la venuta di un ipotetico, supposto salvatore non era una novità. In tanti si erano già presentati alla folla come il messia annunciato dalle sacre scritture. La gente era quindi abituata a certi proclami, anche se Gesù, in base a quello che ho letto, non era uno che amasse farsi pubblicità. Anche il suo ingresso nella città santa di Gerusalemme sembra essere avvenuto senza particolare clamore.”

Il punto di vista laico nel racconto di Ugo Moriano

Ugo Moriano

Dopo la deposizione nel sepolcro, Gesù scompare dalla storia di Ugo Moriano, che viene portata avanti dagli altri personaggi. “L’approccio laico adottato nella scrittura” spiega l’autore “mi ha permesso di raccontare la sua resurrezione come un fatto politico, oltre che religioso. Attraverso le reazioni degli altri, amici e nemici di Gesù, si vedrà come la scomparsa del corpo dal sepolcro e le prime apparizioni, raccontate dai fedeli, innescheranno una serie di eventi che scuoterà dalle fondamenta sia la comunità ebraica sia quella romana. In un periodo di grande trambusto, diverrà quindi fondamentale portare al sicuro la Sacra Sindone, il telo abbandonato da Gesù nel sepolcro dopo la resurrezione e quindi l’unica traccia rimasta di lui in terra.”

Il secondo romanzo della saga, che Moriano scriverà nel 2022, riprenderà la storia della Sindone dalla fine del terzo secolo. La narrazione ripartirà quindi dalla comunità religiosa – appena presentata all’inizio del primo volume – che nella colonia romana in Britannia ha ricevuto l’incarico di custodire la Sindone nel corso dei secoli e scriverne la storia.

Marco Vallarino