Vampiri a Venezia

Ha fatto scalpore la notizia del barista di Venezia che dava da bere tazzine del suo sangue per trasformare i clienti in vampiri. Una storia ridicola, oltre che assurda e inquietante, che mi ha ricordato il mio vecchio racconto horror Il bar dei vampiri pubblicato nel 2001 nella antologia Ultimi morsi curata dal genovese Ettore Maggi per il Club GHoST di Torino e poi uscito on line sul sito di storie inquietanti Altrove.

Vampiri al bar

Già è stupefacente come a volte la realtà superi la fantasia o almeno la eguagli. Però a colpire di più è l’imbecillità di gente che nel 2012 crede ancora all’esistenza dei vampiri e soprattutto alla possibilità di diventare uno di loro semplicemente bevendo del sangue o partecipando a qualche rito, destinato spesso a concludersi tragicamente.

A parte il rischio di prendersi l’Aids (o altre malattie), citato da quasi tutti i siti e i giornali che hanno riportato la notizia, ormai dovrebbe essere accertato che i vampiri siano solo una (notevole) opera di fantasia e che il fatto che il loro più grande potere sembrerebbe essere quello di far credere che non esistono sia solo un (efficace) espediente narrativo per rendere più avvincenti e suggestive certe storie.

L’intervista al vampirologo per fugare ogni dubbio

Se qualcuno ha ancora dei dubbi in proposito, può schiarirsi le idee leggendo l’intervista che avevo fatto lo scorso inverno al vampirologo Fabio Giovannini che fa i suoi migliori auguri a chi cerca su Internet come trasformarsi in vampiro.

Non ci sono vampiri a Venezia così come non ci sono vampiri in nessuna altra città d’Italia e del mondo. Se proprio volete incontrare un vampiro, leggete un romanzo di Anne Rice, guardate un film su Dracula. Oppure giocate a Darkiss! Vi assicuro che il mostro succhiasangue Martin Voigt saprà soddisfare appieno la vostra sete di horror.