Vent’anni di euro e di Secolo XIX

Il Secolo XIX, 3 gennaio 2002

Il 3 gennaio 2002, con la pubblicazione in prima pagina del racconto umoristico Euro deliri, iniziava la mia avventura al Secolo XIX. Grazie all’intraprendenza di Antonella Viale, che mi segnalò come giovane scrittore emergente, e alla generosità dell’allora direttore Antonio Di Rosa, ebbi la possibilità di iniziare a scrivere brevi storie tinte di noir, legate ai principali fatti di cronaca.

L’avvento della moneta unica europea è quindi coinciso con il mio avvento al quotidiano genovese, per il quale scrivo ancora adesso. Dopo i primi anni trascorsi con i capiredattori Sergio Buonadonna e Silvia Neonato a firmare racconti per le pagine culturali, sono passato a produrre notizie per le edizioni locali del ponente. Spaziando da Imperia a Savona, mi sono occupato di luoghi, personaggi, eventi, con un occhio di riguardo per il mondo dei giovani, di cui ancora oggi – a 44 anni – mi sento parte.

Ho seguito manifestazioni di ogni tipo, dalle fiere letterarie ai concorsi di bellezza, visitato posti incredibili, come la villa sadomaso CasacariSMa, e incontrato personalità di spicco della società contemporanea. L’impegno quotidiano al Secolo XIX non mi ha tuttavia impedito di portare avanti altre attività. Ho scritto racconti e romanzi, pubblicati in volume e su rivista, e – come sapete bene – anche molti videogiochi.

Lo scoop della pozione antisbronza

Il Secolo XIX, 23 marzo 2009

Il mio scoop più famoso resta forse quello del 2009 legato alla cosiddetta pozione antisbronza. Un digestivo a base di carciofo, angelica e tè yunnan, capace di dimezzare in poco tempo il tasso alcolico nel sangue. La notizia fu ripresa dai maggiori media italiani, regalandomi uno scampolo di notorietà e una spassosa intervista a Caterpillar. Altre volte sono andato in tv e radio per parlare delle mie esperienze di giornalista, così come dei miei giochi e libri.

Oggi potrei pensare che questi vent’anni – come si dice – siano passati in un lampo. Invece, ripensando agli oltre 16 mila articoli scritti e pubblicati, non mi sembra che un solo giorno sia trascorso senza che me ne sia accorto. Ogni notizia, ogni riga, ogni parola, mi permette infatti di tornare con la memoria al giorno in cui l’ho scritta. E ricordarlo con dovizia di particolari, appena appannati dal tempo trascorso.

Uno dei poteri della scrittura è infatti proprio questo: fissare per sempre – nel ricordo oltre che sulla pagina – certe situazioni ed emozioni. Scrivere è un modo per comunicare con se stessi, prima ancora che con gli altri. Un modo per accumulare, ogni giorno, un tesoro che nessuno ci potrà mai rubare.

Grazie a tutti quelli che mi hanno letto in tutti questi anni sulle pagine del Secolo XIX. E grazie a tutti quelli che ancora mi leggeranno. Ci vediamo in edicola!